A Trieste l’inquinamento delle navi da crociera è molto più grave di quanto si pensi
Un recente monitoraggio ambientale condotto a Trieste ha rivelato dati allarmanti sull’inquinamento causato dalle navi da crociera. Sono stati rilevati livelli particolarmente elevati di inquinamento, con picchi di particolato fino a dieci volte superiori rispetto alle aree considerate pulite.
L’indagine, condotta da Cittadini per l’Aria in collaborazione con realtà ambientaliste locali e supportata dal ricercatore Axel Friedrich, ha evidenziato un impatto significativo sulla qualità dell’aria. I valori di “black carbon” e biossido di azoto sono ben oltre i limiti di sicurezza stabiliti dall’OMS sulla qualità dell’aria.
Trieste, il principale porto italiano per traffico merci, ha visto un notevole aumento del numero di navi da crociera negli ultimi anni. Nel 2022 sono stati registrati 182 scali, mentre ne sono programmati 150 per il 2023. Questa crescita ha avuto conseguenze negative sull’ambiente, in particolare sull’inquinamento atmosferico.
Uno studio recente pubblicato sulla rivista Lancet ha indicato che l’inquinamento navale a Trieste causa la morte prematura di quasi 80 persone all’anno. Questo dato preoccupante evidenzia l’urgenza di adottare azioni concrete da parte dell’industria navale per ridurre le emissioni inquinanti. Anna Gerometta, presidentessa di Cittadini per l’Aria, ha proposto di sostenere l’adozione di un’area NECA (Zone di Controllo delle Emissioni di Navigazione) nel Mediterraneo, che imporrebbe limiti più rigorosi alle nuove navi.
Il rischio per la salute della popolazione è notevole. Gli inquinanti atmosferici dannosi come il particolato, la fuliggine, gli ossidi di zolfo e di azoto possono causare gravi problemi cardiovascolari e respiratori, ictus e cancro. Uno studio italiano ha evidenziato che chi vive entro 500 metri dal porto a Civitavecchia ha un aumento del rischio di mortalità da tumore al polmone del 31% e del 51% per malattie neurologiche.
Per contrastare questo fenomeno, Fridays for Future Trieste ha proposto un modello di turismo lento che valorizzi il territorio e la cultura locale, anziché il turismo mordi e fuggi delle crociere. Gli attivisti hanno ribadito la necessità di informare la cittadinanza, sottolineando che il problema dell’impatto negativo delle navi da crociera non può essere risolto semplicemente spostandole da un porto all’altro.
È importante affrontare questa problematica in modo urgente, adottando misure efficaci per ridurre l’inquinamento causato dalle navi da crociera. Solo così si potrà proteggere la salute delle persone e preservare l’ambiente marino.