Perché il cervello inventa falsi ricordi: come le memorie alterate influenzano le nostre decisioni quotidiane


Ti sei mai chiesto perché ricordi con nitidezza eventi che in realtà non sono mai accaduti? O perché saresti convinto che quel ristorante fosse all’angolo, quando in realtà si trovava a due isolati di distanza? Non sei solo; non stai impazzendo: il tuo cervello sta semplicemente facendo ciò che sa fare meglio, ossia creare storie coerenti, anche se questo significa aggiungere dettagli inesatti.

Il paradosso della memoria: più archivio che videocamera

Contrariamente a quanto si crede, la nostra memoria non funziona come una videocamera che registra esattamente ogni evento. Gli scienziati la definiscono piuttosto come un processo ricostruttivo, in cui i ricordi vengono continuamente riassemblati ogni volta che li richiamiamo.

Secondo la neuroscienziata Elizabeth Loftus, pioniera nello studio dei falsi ricordi, “ogni volta che ricordiamo qualcosa, non accediamo all’originale, ma a una copia che si modifica ad ogni richiamo”. Questo processo rende i nostri ricordi estremamente suscettibili a cambiamenti.

Il cervello: maestro nell’arte del riempimento

Una delle scoperte più interessanti è che il cervello detesta le lacune informative. Quando mancano alcuni dettagli di un evento, esso agisce come un romanziere esperto, inventando i pezzi mancanti per dare senso alla storia.

Questo meccanismo, noto come “inferenza”, è evolutivamente utile perché ci permette di fare previsioni e di prendere decisioni rapide anche con informazioni incomplete. Il rovescio della medaglia? I ricordi possono apparire autentici pur essendo in parte o completamente inventati.

L’esperimento delle diapositive: quando la suggestione diventa memoria

Nel 1974, un innovativo studio fece visionare a un gruppo di partecipanti delle diapositive raffiguranti un incidente automobilistico. Successivamente, venivano chieste domande come: “A che velocità andavano le auto quando si sono scontrate?” oppure “A che velocità andavano le auto quando si sono toccate?”

Il risultato fu sorprendente: chi aveva sentito il verbo “scontrarsi” stimava velocità molto più elevate e, settimane dopo, molti ricordavano di aver visto vetri rotti nelle diapositive, pur non essendoci traccia di essi.

Il contagio sociale della memoria

I nostri ricordi non si formano isolatamente. La neuroscienza ha dimostrato che siamo estremamente influenzati dalle informazioni che riceviamo dopo un evento, soprattutto se provengono da fonti affidabili.

In un esperimento condotto dall’Università della California, gruppi di amici guardarono insieme un filmato. Durante la discussione, uno dei partecipanti, in collaborazione con i ricercatori, inserì dettagli che non comparivano nel video. Nel 70% dei casi, gli altri incorporarono questi dettagli falsi nei propri ricordi.

Falsi ricordi nella vita quotidiana: esempi sorprendenti

  • Effetto Mandela: milioni di persone ricordano eventi che non sono mai accaduti, come la credenza che Nelson Mandela sia morto in prigione negli anni ’80, mentre in realtà ha vissuto fino al 2013.
  • Confabulazione alimentare: studi rivelano che il 50% dei bambini, se ripetutamente sottoposti a suggestioni, può sviluppare il falso ricordo di aver provato disgusto nel mangiare certi cibi.
  • La sindrome del déjà vu: quella sensazione di “averlo già vissuto” è spesso il cervello che interpreta erroneamente un’esperienza nuova come se fosse un ricordo.

Come influenzano le nostre decisioni quotidiane?

I falsi ricordi non sono solo curiosità da laboratorio, ma potenti elementi che modellano le nostre scelte ogni giorno:

Quando ricordiamo erroneamente che un determinato negozio applicava prezzi più alti del reale, potremmo evitarlo nei nostri futuri acquisti. Le nostre preferenze alimentari sono influenzate da ricordi, spesso alterati, di esperienze passate con certi cibi.

In modo ancora più sorprendente, anche le decisioni finanziarie possono essere influenzate da falsi ricordi sui rendimenti passati degli investimenti. Uno studio della Northwestern University ha evidenziato come molti investitori tendano a “ricordare” rendimenti migliori di quelli realmente ottenuti dai loro portafogli.

Il lato oscuro: quando i falsi ricordi causano danni reali

Nell’ambito legale, i falsi ricordi hanno portato a conseguenze drammatiche. Analisi del Progetto Innocence hanno mostrato che oltre il 70% delle condanne, poi annullate grazie al DNA, coinvolgevano testimonianze oculari errate ma sincere.

Siamo tutti vulnerabili, ma alcuni più di altri

Le ricerche indicano che alcune persone sono più inclini a sviluppare falsi ricordi:

  • Chi possiede una forte immaginazione visiva tende a confondere più facilmente immagini mentali ed eventi reali.
  • Le persone sottoposte a stress intenso o che hanno vissuto traumi sono più predisposte a ricordi distorti.
  • In periodi di mancanza di sonno, la capacità di distinguere tra ciò che è realmente accaduto e ciò che è immaginato diminuisce notevolmente.

Come proteggersi dai falsi ricordi?

Non possiamo eliminare del tutto i falsi ricordi, poiché fanno parte del funzionamento naturale del cervello, ma è possibile ridurne l’impatto:

  • Tenere un diario: annotare eventi importanti aiuta a mantenere più accurati i dettagli nel tempo.
  • Essere consapevoli del fenomeno: sapere che la memoria può ingannare ci rende più attenti nelle nostre certezze.
  • Prestare attenzione alle suggestioni: quando ricordiamo eventi significativi, è importante evitare domande che possano indurci in errore.

La scienza del futuro: cancellare o impiantare ricordi?

I neuroscienziati stanno studiando nuove tecniche per individuare e, in futuro, modificare i falsi ricordi. Al MIT, il team guidato da Susumu Tonegawa ha identificato i circuiti neurali che distinguono i ricordi autentici da quelli falsi, aprendo la strada a potenziali terapie per disturbi legati alla memoria, come il PTSD o le memorie traumatiche errate.

In un esperimento innovativo, i ricercatori sono riusciti a impiantare falsi ricordi nei topi, inducendoli a “ricordare” di aver ricevuto scosse elettriche in luoghi in cui ciò non era mai accaduto.

Questo ci porta a una domanda inquietante: quanto ancora scopriremo sulla malleabilità della nostra memoria e saremo mai in grado di distinguere con certezza ciò che è realmente accaduto da ciò che il nostro cervello ha sapientemente inventato?

La prossima volta che sarai assolutamente certo di un ricordo, concediti un po’ di dubbio. Dopotutto, il tuo cervello potrebbe semplicemente star raccontando una storia convincente, anche se non del tutto vera.


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