Perché i cammelli resistono settimane senza bere? Le sorprendenti strategie fisiche e biologiche per sopravvivere nel deserto

Il cammello è uno degli esempi più notevoli di adattamento evolutivo nel regno animale. Questi maestosi abitanti del deserto sono capaci di sopravvivere fino a due settimane senza bere, grazie a millenni di evoluzione che li ha trasformati in vere macchine contro la siccità.

Il mito della gobba: non è una cisterna d’acqua

Contrariamente a quanto si crede, le gobbe dei cammelli non contengono acqua. Sono composte principalmente da tessuto adiposo, con accumuli che possono arrivare fino a 35 kg di grasso concentrato. Questo ingegnoso adattamento serve a due scopi:

  • Concentrando il grasso nelle gobbe anziché distribuirlo sotto la pelle, il cammello dissipa meglio il calore in eccesso.
  • Quando il grasso viene metabolizzato, ogni chilogrammo produce circa 1,1 kg di acqua, fungendo da riserva idrica ed energetica nei momenti di scarsità.

Sistema avanzato di gestione dell’acqua

I meccanismi interni del cammello permettono una gestione dell’acqua davvero eccezionale:

Resistenza estrema alla disidratazione

Mentre per la maggior parte dei mammiferi perdere il 15% dell’acqua corporea può essere fatale, i cammelli sopravvivono anche perdendo dal 25% al 30% del loro peso in acqua. Per l’essere umano, una perdita del 12% risulterebbe letale.

Sangue “a prova di siccità”

I globuli rossi dei cammelli sono di forma ovale, anziché circolare come nei nostri, e possono espandersi fino al 240% delle loro dimensioni normali senza rompersi. Questo permette al sangue di circolare anche quando è molto concentrato a causa della disidratazione.

Lo sapevi? Quando trovano acqua, i cammelli possono bere fino a 150 litri in soli 10 minuti, circa un terzo del loro peso corporeo!

Termostato corporeo variabile

La temperatura corporea del cammello può oscillare tra i 34°C e i 41°C durante la giornata, permettendogli di:

  1. Accumulare calore durante il giorno senza sudare, risparmiando acqua;
  2. Disperdere il calore durante la notte, quando fa più fresco.

Un laboratorio biochimico in movimento

A livello cellulare, i cammelli sono ancora più sorprendenti. Le loro cellule funzionano normalmente anche quando il sangue diventa così concentrato da danneggiare quelle umane, grazie a proteine speciali che proteggono le strutture cellulari in condizioni estreme di disidratazione.

I loro reni sono estremamente efficienti: l’urina che producono è molto concentrata, con una consistenza simile a uno sciroppo, e contiene fino a due volte più sale rispetto a quella umana.

Conservazione idrica intestinale

Anche l’intestino gioca un ruolo fondamentale nel risparmio d’acqua, estraendo ogni goccia possibile dal cibo in transito. Il risultato sono feci molto secche, che contengono appena il 5-10% di acqua.

Comportamenti adattivi intelligenti

Oltre alle caratteristiche fisiche, i cammelli hanno sviluppato comportamenti utili per la loro sopravvivenza:

  • Scelta accurata del cibo, privilegiando piante ricche d’acqua quando disponibili;
  • Narici in grado di chiudersi per proteggere le vie respiratorie durante le tempeste di sabbia;
  • Un olfatto particolarmente sviluppato che consente di individuare fonti d’acqua a lunga distanza.

Un modello per la scienza

Le impressionanti capacità dei cammelli non sono solo una curiosità biologica. Scienziati e ricercatori studiano questi animali per sviluppare nuove tecniche di conservazione dell’acqua e trattamenti contro la disidratazione. Le loro cellule possono offrire spunti utili per migliorare la conservazione degli organi destinati ai trapianti.

La prossima volta che vedrai un cammello, ricorda di ammirare uno dei sistemi di sopravvivenza più sofisticati e perfezionati dalla natura, frutto di milioni di anni di evoluzione che continuano a ispirare la scienza moderna.

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